Per la residenza sparsa del Sulcis, il Piano Paesaggistico Regionale stabilisce il “mantenimento della risorsa storico-culturale dei medaus e dei furriadroxius (…) il loro recupero e riuso”.

Rispetto al progetto, la valorizzazione della risorsa storico-culturale avviene attraverso un recupero finalizzato alla realizzazione di un circuito produttivo. Tale recupero consente alla gente del Sulcis di riappropriarsi del proprio patrimonio culturale e paesaggistico, per farlo diventare uno strumento capace di favorire uno sviluppo economico di lunga durata, in rapporto alla qualità della produzione e della vita.

Si tratta di adattare il riutilizzo ai bisogni ed alle funzioni di un sistema di micro o piccole imprese che siano a marca Sulcis, ovvero motivate, da una parte, a contribuire alla realizzazione di prodotti di “alta” qualità, siano essi manufatti o biologici, dall’altra a favorire un sistema turistico d’area (il museo diffuso della residenza sparsa), nel quale i furriadroxius e i medaus costituiscano il “fil rouge”, che lega il progetto.

In questo modo Furriadroxius e medaus, diventano luoghi di lavoro, di studio, di ricerca e di residenzialità, ma anche luoghi vetrina del Piano Sulcis.

L’azione “furriadroxius” è iniziata nel 2010; ad oggi sono state recuperate (o in fase di recupero) cinque diverse realtà abitative all'interno di insediamenti sparsi tra il comune di Santadi e quello di Nuxis. Tali edifici costituiscono un passo iniziale, ma concreto, esplicativo la volontà di sviluppo che si vuole perseguire con il progetto.

L’azione “furriadroxius”, avvia e pilota il processo di tutela e di valorizzazione, definisce modalità, è di esempio per azioni analoghe.
L’azione, nata grazie a contributi privati, segnala la necessità di evitare la distruzione di quei beni paesaggistici che sono stati riconosciuti nella strategia di sviluppo del Piano Sulcis quali "elementi qualificanti e di forte identità culturaledel territorio.